Tempi incerti e bui viviamo quotidianamente, inquinamento e disastri climatici sono all'ordine del giorno e su tutto questo come ciliegina sulla torta si aggiunge una pandemia dal nome risonante e imperiale "Coronavirus" scientificamente identificato come Covid19 , la nostra vita in un battito di ciglia è radicalmente cambiata, spazzate via in pochi istanti tutte le nostre abitudini certezze e libertà, molto tempo oserei dire abbiamo guadagnato per riflettere sulla nostra condizione di vita e libertà e sono giunta alla conclusione che non tutto il male viene per nuocere. Impariamo di nuovo ad ascoltare e rispettare l'umanità, impariamo di nuovo il senso di appartenenza ad una nazione senza divisioni stupide, impariamo di nuovo la solidarietà verso gli altri senza limiti di confine, il virus che oggi ci divide e ribadisco "state a casa ", ci farà apprezzare in futuro il piacere di un abbraccio e un bacio, la bellezza di stare insieme, il valore delle piccole cose e abitudini e dei rapporti umani, sentirci abitanti del pianeta Terra che ci ospita e capire che per stare bene dobbiamo stare bene tutti, l'equilibrio, la giustizia, il sapere e la ricchezza devono essere di tutta l'umanità. La nostra libertà deve essere legata al bene altrui, c'è bisogno di una nuova coscienza civica la cui chiave identificativa si riassume in "rispetto per ciò che ci circonda".
Vorrei condividere con chi mi sta leggendo queste bellissime parole che per me sono poesia e di cui non conosco l'autore, trovate navigando nel web esortando chi le ha scritte a farsi riconoscere per avere il piacere di dirgli grazie .
Testo:
"Era l’11 marzo del 2020, le strade erano vuote, i negozi chiusi, la gente non usciva più.
Ma la primavera non sapeva nulla.
Ed i fiori continuavano a sbocciare
Ed il sole a splendere
E tornavano le rondini
Diventava buio sempre più tardi .
Era l’11 marzo 2020 i ragazzi studiavano connessi a Gsuite
Fu l’anno in cui si poteva uscire solo per fare la spesa
Dopo poco chiusero tutto
Anche gli uffici
L’esercito iniziava a presidiare le uscite e i confini
Perché non c’era più spazio per tutti negli ospedali
E la gente si ammalava
Ma la primavera non lo sapeva e le gemme continuavano ad uscire
Era l’11 marzo del 2020 tutti furono messi in quarantena obbligatoria
I nonni le famiglie e anche i giovani
Allora la paura diventò reale
E le giornate sembravano tutte uguali
Ma la primavera non lo sapeva e le rose tornarono a fiorire
Si riscoprì il piacere di mangiare tutti insieme
Di scrivere lasciando libera l’immaginazione
Di leggere volando con la fantasia
Ci fu chi imparò una nuova lingua
Chi si mise a studiare e chi riprese l’ultimo esame che mancava alla tesi
Chi capì di amare davvero separato dalla vita
Chi smise di scendere a patti con l’ignoranza
Chi chiuse l’ufficio e aprì un’osteria con solo otto coperti
Chi lasciò la fidanzata per urlare al mondo l’amore per il suo migliore amico
Ci fu chi diventò dottore per aiutare chiunque un domani ne avesse avuto bisogno
Fu l’anno in cui si capì l’importanza della salute e degli affetti veri
L’anno in cui il mondo sembrò fermarsi
E l’economia andare a picco
Ma la primavera non lo sapeva e i fiori lasciarono il posto ai frutti
E poi arrivò il giorno della liberazione
Eravamo alla tv e il primo ministro disse a reti unificate che l’emergenza era finita
E che il virus aveva perso
Che gli italiani tutti insieme avevano vinto
E allora uscimmo per strada
Con le lacrime agli occhi
Senza mascherine e guanti
Abbracciando il nostro vicino
Come fosse nostro fratello
E fu allora che arrivò l’estate
Perché la primavera non lo sapeva
Ed aveva continuato ad esserci
Nonostante tutto
Nonostante il virus
Nonostante la paura
Nonostante la morte
Perché la primavera non lo sapeva
Ed insegnò a tutti
La forza della vita"
#undicimarzoduemilaventi #iorestoacasa #lastorianarrerà
Che questa situazione ci unisca ancora di più un domani e forse diverremo tutti più umili con più rispetto amando davvero ciò che conta
RispondiEliminaQuesto è quello che spero per una nuova società
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