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sabato 7 settembre 2019

INTERVISTA: Fabio Colasante, la sua sensibilità si trasforma in arte


PH Fabio Colasante

Fabio dove e quando sei nato?


"Sono nato a Nocera Inferiore il 27 Febbraio del 1975."

Vivi e lavori tra Milano e Paestum, hai mantenuto un legame con la tua terra di origine?

"Assolutamente si e non manco di tornare quando posso per due motivi: i miei genitori ed i miei amici."

Come riesci a gestire la tua vita familiare e affettiva con le distanze lavorative?

"Ho la fortuna di condividere il mio lavoro di artista con mia moglie, la scultrice Linda Edelhoff."

Leggo che ti sei diplomato presso il Liceo Artistico di Eboli, in seguito hai studiato scultura presso l’Accademia di belle Arti di Napoli sotto la guida del maestro Augusto Perez. Sei un artista poliedrico, pittore, scultore e musicista, con quale arte riesci ad esprimere meglio la tua sensibilità?

"Diciamo che forse non esiste un “meglio” ma un “come”. Credo che ognuna di queste forme espressive nasca dall’esigenza del momento quando non mi viene esplicitamente richiesto dalla committenza."

Cosa ispira le tue creazioni?

"Ovviamente la mia arte è la traduzione pittorica del mondo che mi circonda. Natura, contesto sociale, culturale del presente e del passato e dalle contraddizioni delle stesse. Ma nella maggior parte dei casi la mia pittura si pone in opposizione alla realtà, divenendo una sorta di rifugio da essa e quindi un momento di isolamento volontario, la ricerca di una solitudine meditativa. Spesso volgo lo sguardo ai miti del passato ed il territorio in cui vivo ne è pregno."

PH Fabio Colasante


Leggendo di te trovo questa descrizione :
“La tua arte è la fusione tra simbolismo, surrealismo e neo pop. I tuoi dipinti rimandano alla natura selvaggia, al mondo animale e al mito.  Le tue composizioni non sono mai formali e spesso prive di punti di riferimento di tipo prospettico, spesso il soggetto occupa quasi totalmente se non del tutto lo spazio pittorico che traduce una ricercata rinuncia all’ambientazione, nell’opera il soggetto stesso diviene materia pittorica assoluta.”
Cosa ti affascina dei soggetti che dipingi e perché non ha importanza l’ambientazione intorno al soggetto?

"Preferisco che lo spettatore abbia davanti a se solo ed esclusivamente il soggetto, scevro da ogni forma di “distrazione” e molto spesso, questo mi consente di elaborare e lavorare a “tutta tela”. Cioè il soggetto stesso non è scontornato ma occupa tutta la superficie pittorica attraverso la costruzione delle masse e un forte chiaroscuro, divenendo così una sorta di bassorilievo virtuale."

Sempre riferito alla tua arte leggo ”l’uomo è in primo piano e subisce emotivamente il mondo e la natura.” Nella realtà pensi veramente sia così? Te lo chiedo in relazione alle tematiche ambientali in cui l’uomo modifica drasticamente il pianeta portandolo alla distruzione o meglio dire la distruzione delle giuste condizioni di vita per l’umanità .

"Davanti a certi paesaggi incontaminati o comunque alla cruda natura selvaggia chiunque di noi rimane affascinato, spiazzato e molto spesso spaventato. Credo fortemente che il progresso ci abbia in qualche modo resi più distanti dall’ecosistema. La ricerca del benessere a tutti costi ha spianato la strada a forme decisamente “incompatibili” con gli equilibri naturali."

PH Fabio Colasante


 
Le tue opere trattano il tema della solitudine in senso molto ampio che fa riflettere sulla crisi di valori che porta ad una solitudine sociale che si riflette nelle giovani generazioni. Questo tema tocca profondamente la tua sensibilità e si vede anche nell’opera dedicata a Mia Martini, un ritratto intenso e malinconico proprio come il suo carattere.

"Credo che ognuno di noi, almeno una volta nella vita, abbia sentito la necessità di starsene da solo, per trovare ristoro nella meditazione, nella preghiera per chi è credente, o per una semplice forma di riposo. In questo caso penso sia una solitudine ricercata e quindi costruttiva. Ma quando parlo di solitudine sociale allora alludo a fenomeni contemporanei che comprendono tutte le forme di sopraffazione, esclusione e discriminazione."

PH Fabio Colasante


Cosa ti ha spinto a dipingere Mimì?

"Ritrarre Mimì, per me, è stata una sfida non da poco. Già nella fase di studio ho sentito una pesante responsabilità, perché ritrarre questo iconico personaggio della storia della musica italiana non è stato per me riprodurre banalmente i suoi tratti fisiognomici, ma la mia intenzione era di cercare di intercettare, decifrare e raccontare un vissuto. E quello di Mimì è un vissuto fatto di grandi successi si,  ma ad un costo enorme…estremo, e che possa e che debba essere raccontato a queste e alle prossime generazioni per non tacere mai su tematiche sensibili come Cyber bullismo, mobbing, esclusione sociale, discriminazione e isolamento."

Perché ami particolarmente i ritratti di grandi dimensioni?

"Fondamentalmente per la mia necessità di avere un contatto “fisico” con la materia e lo spazio pittorico."
 
Quali tecniche pittoriche prediligi?

"Ultimamente sto usando “sporcare” con polvere di carbone le mie tele per poi cercare nel disordine di questa materia nera la disciplina di una forma. Solo successivamente ricorro al colore sotto forma di Gouache." 

Vedi foto:
Tela "Oblò" dimensioni 1,70x1,50 m del 2018, tecnica Gouache su polvere di carbone. 
Tela "Angels" dimensioni 2,2x1,7 m del 2018, tecnica Gouache su polvere di carbone.

PH Fabio Colasante  titolo opera "Oblò"


PH Fabio Colasante titolo opera "Angels"


Attualmente ti dedichi anche alle altre arti? Scultura e musica in quale misura fanno parte dei tuoi progetti futuri?

"Ho accantonato ma solo momentaneamente, la scultura perché sto cercando materiali alternativi a quelli classici. Per quanto riguarda invece la musica ho in cantiere un progetto di musica elettronica e cantautorale."

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