Google Analytics

Lettori fissi

martedì 27 agosto 2019

INTERVISTA: Cristiano Turato una carriera fondata sull’esperienza



Cristiano sei un cantante e cantautore. Nasci il 7 maggio 1973 a Padova. Leggo che a soli 14 anni hai scritto il tuo primo brano e ad oggi sono quasi 200 i brani scritti, cosa ti ispira nel comporre? Come utilizzerai tutto questo materiale che hai creato?

“La mia ispirazione principale è data dalle varie esperienze che ho fatto, già a 14 anni ero un ragazzino estroverso e indipendente, all’epoca ero un grosso problema per i miei retaggi familiari e di paese, ero consapevole che volevo vivere tutte le realtà che mi circondavano, per cui frequentavo la piazza della Chiesa e gli amici del bar, ero aperto al mondo e volevo capire. Le esperienze e le emozioni che ne derivavano mi servivano per crescere e poter scrivere ed erano la mia fonte di ispirazione. Una esperienza che ricordo ancora con emozione quando mi trovavo a Rimini presso l’associazione Papa Giovanni
come volontario, ci occupavamo di togliere dalla strada le prostitute e persone con varie problematiche, ricordo che una sera parlai con una donna Nigeriana di nome Madaleine e il suo racconto è divenuto fonte di ispirazione per un mio testo. La mia voglia di scoprire e capire il mondo continua ad essere la mia fonte di ispirazione. Nei miei testi cerco sempre di esporre la verità di una situazione che ho vissuto anche se ovviamente una verità filtrata dalle mie emozioni. Il materiale prodotto in tanti anni è stato utilizzato in parte anche per
due dischi con i Nomadi, parlo dei brani “Ancora ci sei” “Tarassaco” “Apparenze”
“Addormentato ma non troppo” “Non c’è tempo da perdere” e altri che ora non ricordo.
Attualmente sto lavorando come autore all’estero e sono nate delle collaborazioni che sto portando ancora avanti, quindi è nata “Atlantide” dalla collaborazione con Thunder Label che continuerà anche in Italia.
In Italia mi dispiace dover dire che il futuro per un artista con esperienza ma anche alle prime armi è negato e questo vale anche per altri settori non musicali, siamo e sono costretto a guardare oltre i confini Nazionali per proporre le proprie professionalità.
Un vero peccato perché l’Italia ha delle enormi potenzialità, ovviamente a livello artistico, paesaggistico e culturale, ma anche a livello di capacità professionali.”

Leggo in una delle interviste rilasciate che hai studiato canto e chitarra, poi il pianoforte, il basso elettrico e ti interessa l’armonia. Ti sei dedicato alla computermusic e al mondo dei sintetizzatori analogici. L’incontro con Alberto Roveroni ti ha permesso di fare esperienza come assistente di studio e arrangiatore, cercando di carpire i segreti della registrazione Che formazione aristico musicale hai seguito, un percorso scolastico o da autodidatta?

“La mia formazione ha avuto un percorso sia scolastico che da autodidatta. Ho studiato per dieci anni in una accademia dove mi sono concentrato soprattutto sul canto, studiando canto Jazz, Pop, Rock e parallelamente ho approfondito da autodidatta facendo concerti e varie esperienze musicali. A Roma al Conservatorio di Santa Cecilia ho studiato Armonia e canto Armonico.”

Chiedo spiegazioni sul corso di Armonia e mi spiega che:

“Il corso mi ha permesso di capire come si sviluppa la musica all’interno di un repertorio che può essere di vario genere musicale e capire come nasce e si evolve una composizione, si può paragonare allo sviluppo di un tema in cui al posto delle parole ci sono le note e su quelle note che hanno una melodia si appoggiano degli accordi, gli accordi sono strutture di tre note o più che danno l’armonia e il senso della via compositiva, ogni genere musicale ha una propria via, lo sviluppo dell’armonia e del testo rendono riconoscibile ed unico un’artista.”



Quando hai deciso che la musica sarebbe stata il tuo lavoro, la tua vita?

“Dalla maggiore età ho iniziato a suonare molto nei locali e a fare esperienza in qualche studio di registrazione contemporaneamente lavoravo con mio padre come responsabile in un ufficio tecnico e la sera mi esibivo, per dieci anni ho fatto questo tipo di vita, poi nel 1998/99 ho deciso di dedicarmi solo alla musica ed ho aperto la mia partita IVA un po’ contro il parere di tutti, ma sentivo che era la decisione giusta per me.”

Parlami dei Madaleine

“Madeleine è nata come un testo che poi è stato musicato ed in seguito nel 2002/03 è divenuto un progetto acustico rock, eravamo un trio che aveva pianoforte, sintetizzatori ed io alla chitarra e voce e si faceva un repertorio di miei pezzi, raramente ho fatto pezzi altrui, anche a 16 anni ricordo un concerto del 31 Dicembre nel centro parrocchiale dove pur avendo pochi inediti li ho comunque proposti, in seguito a 18 anni nelle mie esibizioni nei pub veneti più della metà del repertorio erano miei brani inediti. Ci siamo rivisti recentemente con i componenti del gruppo esibendoci in un concerto in teatro ed è stata
una bella esperienza. I Madaleine hanno avuto uno sviluppo dal rock all’acustico
elettronico al rock elettronico e poi al pop elettronico. La mia influenza con i sintetizzatori è sempre rimasta, amo le sonorità elettroniche e dei connotati elettro si ritrovano anche nell’ultimo mio brano “Atlantide” anche se un po’ nascosti. Ho una simpatia che dura da almeno 10 anni per la musica elettronica e ascolto con piacere Peter Gabriel e Depeche mode, in Italia i Subsonica i vecchi Blu Vertigo, i Negrita questi ultimi visti in concerto recentemente con mio figlio Francesco.”



I Madaleine sono stati il tuo esordio?

“No, è stata una band che si è sviluppata nel tempo e dal 2006 al 2010 era formata da 4 componenti, abbiamo girato tutta l’Italia e siamo arrivati quasi a firmare un contratto molto importante ma poi alcuni avvenimenti non ci hanno permesso di poter continuare con questa formazione. Il 2011 è stato un anno nero, dopo tanta fatica è stata dura vedere svanire un’opportunità importante e alla fine del 2011 sono andato a fare un viaggio per capire come procedere nella mia vita. Poi mi hanno chiamato i Nomadi grazie ad un amico fonico, che seguiva i Madaleine e che aveva consegnato un nostro CD nelle mani del
chitarrista del gruppo, da lì sono arrivati i provini e dato che il cantante stava uscendo dalla band sono stato preso e nel 2012 è iniziata l’esperienza con loro in un mondo che non conoscevo.”

Raccontami de Ivideo

"Durante l’esperienza con i Nomadi, nel 2014 ho realizzato un disco di pop elettronic o daltitolo “Quando sogno sparisco" pubblicato come Ivideo, insieme al mio amico Alberto Roveroni produttore padovano che ora lavora e vive a Milano. Il disco a cui sono legatissimo è una specie di allenamento alla musica senza tenere conto degli standard musicali imposti dalle radio, ci siamo divertiti a suonare ciò che ci piaceva facendo pezzi anche di 6 minuti. Nello stesso periodo anche i Dick Dick stavano uscendo con due dischi uno di inediti e uno di successi e ci hanno affidato “Senza luce” su cui abbiamo costruito una specie di suite musicale di 8 minuti rispettando fedelmente il testo e la melodia, usando l’elettronica a nostro modo e utilizzando tutte le nostre esperienze, è stata una
grandissima soddisfazione.”

Riassumendo la tua carriera hai affrontato diversi generi musicali, con i Madeleine elettro-rock, poi nel 2014 con Alberto Roveroni hai realizzato il progetto popelettronico Ivideo, nel 2016 è uscito il disco “Quando sogno sparisco”, un concentrato di stili, quale il genere che più ti rappresenta o ti è affine? Vorresti sperimentare altri generi?

“Il Pop elettronico è un genere che amo. Come ti ho detto l’esperienza è ciò che mi spinge a scrivere, comporre e sperimentare è una parte importante, ad esempio nel brano “Senza luce” io utilizzo l’Ukulele strumento mai usato in precedenza e che ho imparato a suonare per la voglia di conoscere cose nuove.”




La famiglia è un tassello fondamentale della tua vita, essere un marito e un padre è un valore aggiunto per la tua carriera?

“La famiglia è il centro della mia vita, il nucleo, tutto ciò che è fuori dal centro può sgretolarsi ma quello che non cambia anzi si evolve in meglio è la famiglia, rappresenta la fonte della mia forza, il luogo dove parlo e discuto delle mie scelte e sono sempre condivise con Adriana mia moglie, ed è sempre stato così e sempre lo sarà. Ho due figli maschi uno di 4 anni Gabriel e uno di 11 anni Francesco che mi segue tutte le estati nei miei concerti, ci assomigliamo molto ed ha molti interessi per cui ha imparato a smontare tutta l’attrezzatura mia personale e anche quella del service. Ha deciso di fare Karate e il
percorso di pianoforte per il conservatorio oltre la scuola Media con ottimi risultati, due discipline adatte ad incanalare la grande energia che lo contraddistingue. Suo fratello Gabriel ha un carattere diverso è molto mentale un po’ ingegnere molto preciso.”

Ci sono artisti Italiani o Internazionali che ami ascoltare?

“Oltre a quelli citati precedentemente apprezzo Simone Cristicchi che è un grande autore, i cui testi fanno la differenza rispetto alle liriche moderne in onda nelle radio nazionali. I testi che leggo e sento diffondendo messaggi vuoti sdoganano una non cultura che entra poi nel linguaggio giovanile."

Il pop lirico Italiano ci rappresenta all’estero egregiamente, la musica Italiana di altri generi è esportabile?

“Certamente è esportabile, consiglio agli artisti di andare a cantare in Italiano nei paesi Europei e nel mondo, io lo faccio e con “Atlantide” ho potuto constatarlo”

L'incontro con Francesco Pisana e la Thunder Label ha segnato l’inizio di una carriera anche come produttore, insieme a loro e a Alberto Roveroni hai pubblicato il singolo “Atlantide” uscito il 7 Maggio 2019, sei anche arrangiatore della Warner Germany, un futuro ricco di nuove e promettenti esperienze , me ne vuoi parlare?

“Atlantide” è stata una specie di allenamento e di test per la Label che ha voluto ascoltare tutto ciò che ho fatto in questi anni. Il brano “Atlantide” è stato diffuso in molti paesi esteri, Europa e America riscuotendo molti successi, è disco d’oro fuori dall’Italia. Io e Alberto Roveroni siamo produttori effettivi del brano di cui io ho curato il testo le chitarre i sintetizzatori e Alberto la parte della batteria, drum maschine e qualche parte di sintetizzatore. Ci sarà un video clip che uscirà a settembre in Italia e sancirà un nuovo rapporto professionale di cui non posso parlare, ci saranno molte novità fra cui un tour invernale e molte idee nuove.”



Che opinione hai dei talent? Sono utili per la carriera?

“Sono utilissimi se affrontati nel modo corretto. Sarebbe necessario partecipare ai talent solo con l’obiettivo di fare esperienza l’unica che con il talento è in grado di creare un pensiero che si traduce in un linguaggio e molto altro. Solo la gavetta insegna come rapportarsi con il mondo musicale e il pubblico evitando di fare figuracce che possono anche distruggere la carriera appena iniziata. Il talento deve essere coltivato per evitare di riempirsi del vuoto assoluto che può annientare un artista quando si spengono i riflettori.”

Cosa pensi dei social?

“Si usano anche se sono scettico, social dovrebbe volere dire comunicare e conoscere, invece mi sono reso conto di essere in disaccordo su molte tesi esposte che insegnano un tipo di linguaggio a mio avviso non corretto che porta alla creazione di contenuti offensivi e scadenti. Vedremo in futuro come evolverà il mio rapporto con essi.”





Nessun commento:

Posta un commento